sabato 14 settembre 2013

14 settembre 2013, primi MicroMeteoriti in Campania individuati dal team Sky Sentinel !

Dopo una raccolta di polveri atmosferiche durata  circa un anno (aprile 2012 - maggio 2013) a cura del presidente dell' Associazione Arma Aeronautica di Caserta, finalmente il team del progetto Sky Sentinel è riuscito a individuare e isolare una dozzina di campioni di micrometeoriti ferrose di spessore inferiore al millimetro.

La raccolta è stata eseguita esponendo in una zona all' aria aperta un magnete molto potente che ha catturato la polvere atmosferica per attrazione magnetica.

Successivamente con l' ausilio di un microscopio elettronico sono stati individuati i campioni che avevano forma di minuscola biglia dal resto del materiale e separati mediante la punta di un ago magnetizzato.

I campioni ritratti nelle foto di seguito sono i primi del genere raccolti e isolati nella Regione Campania.






Le stelle cadenti o meteore, naturalmente, non sono stelle. Ogni volta che vediamo una stella cadente, un pezzettino di roccia mista a metallo si scontra con la parte superiore dell'atmosfera del nostro pianeta e, a causa dell'attrito, brucia. Raramente, satelliti artificiali o parti di veicoli orbitali cadono nell'atmosfera e si incendiano nello stesso modo.

Il lampo di luce prodotto da questo incenerimento è chiamato "meteora", perché è un fenomeno che avviene dentro l'atmosfera. Una meteora si forma quando un oggetto qualsiasi, di solito della grandezza di un pisello o più piccolo, colpisce l'atmosfera ad una altezza da 80 a 100 Km. L'aria a quell' altitudine è molto rarefatta, ma gli oggetti provenienti dallo spazio hanno spesso velocità di decine di migliaia di chilometri l'ora. Per avere un'idea di quello che succede quando un oggetto attraversa l'aria a grande velocità, è sufficiente provare a strofinare insieme le mani, con energia. L'attrito prodotto dallo strofinio produce calore. Ecco cos'è che fa bruciare le particelle nell'atmosfera consumandole completamente.

Oggetti più grandi non bruciano completamente. I frammenti rimanenti raggiungono la superficie della Terra e prendono il nome di meteoriti.
Il calore generato dall'attrito con l'aria porta rapidamente la superficie dell'oggetto alla temperatura di 3000-4000°C provocando la vaporizzazione di materiale. Quasi istantaneamente il metallo e la roccia evaporati si raffreddano e, in condizioni di caduta libera, si condensano in microscopiche palline del diametro di circa un decimo di millimetro o meno, chiamate micrometeoriti

Ogni giorno sulla Terra cadono tonnellate di questo materiale microscopico, disperso dal vento su enormi estensioni. 

Di seguito una mini-guida didattica per chi volesse cimentarsi nella raccolta delle micrometeoriti


Piccola Guida per la raccolta delle Micrometeoriti

Micrometeoriti Ferrose
Per raccogliere le micrometeoriti è necessario trovare un posto dove possano concentrarsi. Luoghi ideali sono i pozzetti di scarico delle acque piovane e le grondaie, dove si concentra la parte più pesante della polvere che cade sul tetto e dove non sono presenti molti altri tipi di particelle o detriti.

Però nel detrito che si raccoglie in una grondaia è presente un mucchio di roba portata dal vento e occorre un modo per separare le micrometeoriti metalliche.

Dopo aver tolto foglie e altri detriti grossolani, un modo può essere quello di porre il resto del materiale su un foglio di carta e mettervi una calamita sotto. Pizzicando e picchiettando sulla carta fate cadere tutte le particelle non attratte dal magnete. Molte delle particelle metalliche rimaste sono parti di polvere spaziale! 




Un altro modo è quello di infilare una potente calamita in un sacchetto di plastica e poi passarlo sul detrito raccolto. Fate poi cadere la polvere rimasta attratta, in una vaschetta, estraendo con cura la calamita dal sacchetto di plastica. Il sacchetto serve ad evitare che la polvere rimanga attaccata alla calamita. Osservando la polvere raccolta con un microscopio di almeno 20 ingrandimenti, potrete notare la presenza di piccole sferette metalliche lucide. Alcune presentano piccole depressioni sulla superficie, altre hanno forma di goccia, a causa di fenomeni di depressione aerodinamica subiti mentre il metallo si stava consolidando. 



Micrometeoriti vetrose
Anche la parte rocciosa di una meteorite subisce lo stesso processo di riscaldamento, però, a causa del brusco raffreddamento, si solidifica in un materiale vetroso molto simile a una particolare roccia vulcanica chiamata ossidiana. 

Le micrometeoriti vetrose sono troppo leggere per essere trovate nel fondo di una grondaia e non esiste un modo semplice per separare quelle rimaste per caso; però, se il detrito raccolto non è molto abbondante, potrebbe essere utile osservarlo con un microscopio a circa 20 ingrandimenti. Qualche volta è possibile vedere delle sferule di aspetto vetroso e di colore vario, dal giallo trasparente, al verdastro, al nero. Anche osservando della semplice sabbia al microscopio è possibile ogni tanto vedere delle sferette di vetro praticamente perfette.

Si potrebbe costruire una specie di trappola per raccogliere sia le micrometeoriti ferrose che quelle vetrose.

Sistema di raccolta micrometeoriti 
Lo schema potrebbe essere simile a quello di un pluviometro: una vaschetta di grande superficie (solitamente 1 mq) che convoglia l'acqua piovana in un recipiente (una bottiglia di plastica) dotato di un foro o tubo di scarico posto a circa 3/4 della sua altezza. In questo modo, quando l'acqua si versa nel recipiente, il materiale più pesante rimane sul fondo e il resto dell'acqua esce dallo scarico superiore. Naturalmente, più è grande la superficie di raccolta più è alto il numero delle meteoriti catturate. Sarebbe interessante, anche, poter misurare (in peso, in numero e tipo) le meteoriti raccolte in un certo tempo (1 giorno, 1 settimana, 1 mese, ecc.) e ricavare quindi una stima della quantità di materiale cosmico che cade sul nostro pianeta.

Tra tutto il materiale separato con la calamita potrebbero anche esserci frammenti derivanti da frammentazioni in aria di meteoriti. Essi potrebbero aver attraversato l'aria a velocità troppo basse per riscaldarsi fino a fondere. Il loro riconoscimento è però troppo difficile senza mezzi adeguati.

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