sabato 31 dicembre 2011

Le meteore di Gennaio - Le Quadrantidi



Le Quadrantidi sono lo sciame meteorico piu' importante visibile nel mese di Gennaio.
Le meteore s'irradiano da un'area vicina alla costellazione di Boote; il loro nome deriva da quello del Quadrante Murale, l'obsoleta costellazione che  oggi fa parte di Boote.Nel 1695 nella zona di cielo da cui sembrano provenire le Quadrantidi un astronomo francese, Joseph-Jérôme de Lalande, aveva inventato una costellazione il “quadrante”, costellazione oggi scomparsa ma il cui ricordo viene mantenuto vivo da queste meteore.

Il corpo progenitore delle Quadrantidi è stato recentemente identificato in modo provvisorio come l'asteroide 196256 (2003 EH1), che a sua volta potrebbe essere la cometa C/1490 Y1, osservata dagli astronomi cinesi, giapponesi e coreani 500 anni fa.

Questo sciame è attivo da fine Dicembre al 10 Gennaio. La notte migliore per osservarle sarà quella a cavallo tra il 3 ed il 4 Gennaio, la massima attività è prevista nelle ore precedenti l’alba del 4 Gennaio.Il radiante sorge dopo la mezzanotte locale.

Le Quadrantidi sono meteore non eccezionalmente luminose, è quindi necessario cercare un cielo il più possibile buio e rivolgere lo sguardo verso Nord-Est.


Radiante delle Quadrantidi

Tutte le stelle cadenti sono formate da minuscole particelle che impattano contro la nostra atmosfera ad altissima velocità (148.000 km/h nel caso delle Quadrantidi). Quando questi frammenti sono più grandi nel cielo osserviamo un “bolide”: una meteora particolarmente luminosa (può raggiungere o superare la luminosità della Luna Piena). Vedere un bolide è un’esperienza che lascia senza parole, e le Geminidi sono generalmente “generose”.

Quest'anno le Quadrantidi potranno contare su un cielo non disturbato dalla luce Lunare. Grazie a questa favorevole circostanza e alla loro forte attività , il massimo previsto è di circa 120 meteore/ora.

lunedì 26 dicembre 2011

Rientri atmosferici di vettori Soyuz, una serie di fallimenti preoccupanti

Nel pomeriggio della vigilia di Natale, e' stato avvistato tra le 16h15m e le 16h28m UT da migliaia di persone sui cieli dell'Europa centrale un oggetto molto brillante che si spostava lentamente simile a una meteora da ovest a est. Si trattava del rientro del terzo stadio del vettore  Soyuz r/b 11-078B/38037 , partito il 21 dicembre con destinazione la Stazione Spaziale Internazionale ISS, quindi l'ennesimo detrito spaziale fuori controllo. L' oggetto luminoso era stato osservato circa un'ora prima passare sui cieli della Nuova Zelanda, mostrando un rapido lampeggio e una magnitudine gia' negativa, segni della sua notevole instabilita'. Tutte le previsioni davano in quel momento il rientro verso Terra per certo nell'intervallo tra le 16h10m e le 17h10m UT. L'oggetto e' passato sul cielo della Francia settentrionale alle 16h20m-16h25m UT simile a un fuoco d'artificio e tutti l'hanno seguito nella sua corsa verso est-nord-est mentre lentamente si disintegrava.


Foto dall'astrofilo francese Eugène Depsontin durante il passaggio sulla Francia
Circa un minuto piu' tardi l'oggetto ha sorvolato la Germania centrale e da qui e' stato osservato per circa 25 secondi da migliaia di testimoni, che hanno riportato di aver visto una scia fumosa con centinaia di frammenti al seguito. La palla di fuoco è stato filmata e fotografata da diversi testimoni in tutta Europa. Anche migliaia di persone nel Nord Italia hanno segnalato  l’avvistamento di un’enorme palla di fuoco nel cielo. 


 Foto scattata durante il passaggio sul nord Italia da Roberto Brasolin a Piazzo,un quartiere storico di Biella

Appena un giorno prima (venerdì 23 dicembre), sempre in Russia, un incidente ha provocato la caduta di un altro rottame spaziale, qualche minuto dopo un fallito lancio di un satellite dal centro spaziale di Plesetsk.
Il satellite Meridian non è riuscito a raggiungere a causa di  un  guasto    nel   razzo Souyz-2.1B, sollevando nuove preoccupazioni sul programma spaziale russo, che ormai ha perso oltre una dozzina di satelliti nel corso dell’ultimo anno. Il frammento si è schiantato nella regione siberiana centrale di Novosibirsk, ed è stato ritrovato a circa 100 chilometri a sud del capoluogo. Ciò che è rimasto è una sfera di 50 cm di diametro che si è schiantata sul tetto di un’abitazione nel villaggio Vagaitsevo, nel quartiere Ordynsk, a quanto riferisce all’interfax un funzionario dei servizi di sicurezza locale. 

Non ci sono fortunatamente notizie di vittime, mentre i livelli di radiazioni sono entro i limiti stabiliti. Il proprietario della struttura colpita dal satellite, era in casa con sua moglie, e solo per una fortunata coincidenza non è accaduto il peggio. Egli afferma di aver udito una violenta esplosione appena l’oggetto spaziale ha bucato il suo tetto. “Mi sono arrampicato sul tetto e non potevo capire cosa fosse successo. Poi ho visto un enorme buco e l’oggetto di metallo“, ha detto alla televisione di stato russa. Il capo del distretto di Ordynsk, Pavel Ivarovksy, ha detto a Interfax che il danno è stato esaminato da specialisti e che il proprietario della struttura riceverà un indennizzo. Il fallimento del razzo Soyuz-2.1B che doveva consegnare il suo carico, è una preoccupazione particolare, in quanto proviene da un membro della stessa famiglia che la Russia utilizza per inviare equipaggi multinazionali per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Già nel mese di Agosto una sonda senza equipaggio, la Progress, si era schiantata in Siberia dopo aver fallito la missione con la ISS, costringendo la messa a terra temporanea dei razzi. La perdita del satellite Meridian termina un anno di fallimenti per l’agenzia spaziale russa, la quale ha già perso 5 satelliti, tra cui uno per le comunicazioni, e la sonda Phobos-Grunt che piomberà sulla Terra nel mese di Gennaio. 
                                                                                   
Di seguito alcuni filmati tra i piu' spettacolari relativi al rientro del 24 dicembre :







Di seguito il Servizio al TG2 della RAI sulla caduta del satellite Meridian, 
andato in onda il 26/12/2011 alle ore 13,00 : 



Fonti : Lista Meteore UAI - MeteoWeb

La cometa di Natale - foto e filmati eccezionali

La cometa C/2011 W3 Loveljoy è stata scoperta lo scorso 27 Novembre dall’astrofilo australiano Terry Lovejoy, dopo essere sopravvissuta all'incontro ravvicinato con il Sole a una distanza di 121 mila km, continua a stupire ed emozionare. La cometa a causa della sua orbita risulta ora ben visibile nei cieli del Sud del mondo.

Qui di seguito una serie di immagini riprese all’alba dei giorni scorsi, ed un filmato effettuato dal comandante della Stazione Spaziale ISS.

Foto scattata con una macchina reflex digitale Canon 20D, con una esposizione di 1 minuto

 
La cometa Lovejoy ripresa lo scorso 21 dicembre da Siding Spring (Australia). Rob McNaught

La cometa Lovejoy ripresa dall'Australia meridionale. Adelaide Now

La cometa Lovejoy poco dopo il suo sorgere, quasi insieme al Sole. Chiaramente visibili sono le due code, quella di ioni o gas, rettilinea, e quella di polveri, più appariscente e incurvata. Colin Legg



Nel seguente filmato, la cometa Lovejoy ripresa da Dan Burbank, comandante della Stazione Spaziale Internazionale, in orbita attorno alla Terra ad una quota di circa 400 km.




La cometa è visibile da tutto il Sud del mondo e quindi anche da uno dei migliori luoghi della terra da dove fare osservazioni, ovvero il deserto di Atacama in Cile.


In questo luogo così isolato è stato costruito il VLT (Very Large Telescope - [Telescopio Molto Grande]) , il telescopio più grande del mondo, composto da quattro grandi telescopi. Nela foto è presente la luna che sorge, la cometa lovejoy e il potente laser del telescopio che viene sparato verso il nucleo della nostra galassia. Il laser ha la funzione di "riscaldare" le molecole nell’atmosfera per calibrare lo specchio del telescopio. Il seguente video usando la tecnica del timelapse ci proietta idealmente li.

La sfera di metallo caduta in Namibia : un rottame spaziale

Svelato il mistero della sfera di metallo precipitata nel deserto della Namibia.
E' ormai accertato che si tratta di parte del terzo stadio del razzo vettore del Progress M-13M Soyuz-U, rientrato l'1 novembre alle 07:25 UT proprio sopra la Namibia.
Si tratta infatti di un serbatoio pressurizzato adibito all’alimentazione di propulsori per il controllo d’assetto di veicoli spaziali, come satelliti o veicoli destinati al rientro atmosferico. Gli elementi che lo rendono riconoscibile a chi è del settore, sono la classica saldatura delle due semisfere che lo compongono – dove trova sede il setto deformabile di separazione tra i due volumi interni di propellente (in genere idrazina o elio) e gas pressurizzante (solitamente azoto) – e le due estremità dove vengono fissati i condotti per il carico e lo scarico di propellente e pressurizzante. Pesi e dimensioni riportati (per quanto imprecisi) sono compatibili con questi componenti: 6 chilogrammi sono un peso ragionevole per taniche in lega di titanio dal volume compreso tra i 60 e i 100 litri (48÷59cm di diametro).

Non è tra l’altro l’unico caso che riguarda simili ritrovamenti. Negli anni diversi serbatoi sono stati recuperati in zone disabitate o desertiche e ciò non è un caso. La spiegazione è semplice e non c’è di che allarmarsi: non si tratta di avvenimenti incontrollati né frutto di leggerezze.

Quando un veicolo spaziale che orbita attorno alla Terra termina la sua vita operativa, se ne dispone il de-orbiting. Viene cioè speso il propellente residuo per “imboccare” una traiettoria di rientro atmosferico, fase nella quale la quasi totalità del veicolo viene disintegrata dall’attrito sviluppato dai gas atmosferici alle altissime velocità. È una fase necessaria, per evitare che veicoli privi di controllo rimangano in orbita mettendo a rischio gli altri satelliti presenti e futuri. Scegliere il momento esatto per effettuare la manovra di de-orbiting, anziché lasciarlo fare al caso (ciò che si trova a distanze inferiori ai 36000km dalla Terra prima o poi è destinato al rientro per effetto combinato di gravità e resistenza aerodinamica), significa anche scegliere una zona di possibile caduta dei detriti residui in zone disabitate, coperte dalle acque o desertiche.

Le strutture spaziali sono solitamente piuttosto esili, per esigenze di peso al “lancio” (la fase di ascesa che porta il veicolo al di fuori dell’atmosfera e dunque in orbita), ma vi sono alcuni componenti che necessitano di una robustezza particolarmente elevata per la funzione che ricoprono. Le taniche di propellente sono forse l’esempio più eclatante: dovendo resistere a pressioni nell’ordine delle decine di atmosfere, vengono realizzate in materiali robusti (leghe di titanio, di alluminio o acciai, talvolta fasciati in compositi di fibra di carbonio e/o kevlar) e con spessori consistenti.

I componenti più robusti possono sopravvivere al rientro in atmosfera, tra questi in particolare i serbatoi, come nel caso specifico della tanica recuperata – non a caso – nel deserto della Namibia.


Un serbatoio ritrovato in Brasile. A destra una serie di serbatoi del medesimo tipo (fonte: NASA)