sabato 31 dicembre 2011

Le meteore di Gennaio - Le Quadrantidi



Le Quadrantidi sono lo sciame meteorico piu' importante visibile nel mese di Gennaio.
Le meteore s'irradiano da un'area vicina alla costellazione di Boote; il loro nome deriva da quello del Quadrante Murale, l'obsoleta costellazione che  oggi fa parte di Boote.Nel 1695 nella zona di cielo da cui sembrano provenire le Quadrantidi un astronomo francese, Joseph-Jérôme de Lalande, aveva inventato una costellazione il “quadrante”, costellazione oggi scomparsa ma il cui ricordo viene mantenuto vivo da queste meteore.

Il corpo progenitore delle Quadrantidi è stato recentemente identificato in modo provvisorio come l'asteroide 196256 (2003 EH1), che a sua volta potrebbe essere la cometa C/1490 Y1, osservata dagli astronomi cinesi, giapponesi e coreani 500 anni fa.

Questo sciame è attivo da fine Dicembre al 10 Gennaio. La notte migliore per osservarle sarà quella a cavallo tra il 3 ed il 4 Gennaio, la massima attività è prevista nelle ore precedenti l’alba del 4 Gennaio.Il radiante sorge dopo la mezzanotte locale.

Le Quadrantidi sono meteore non eccezionalmente luminose, è quindi necessario cercare un cielo il più possibile buio e rivolgere lo sguardo verso Nord-Est.


Radiante delle Quadrantidi

Tutte le stelle cadenti sono formate da minuscole particelle che impattano contro la nostra atmosfera ad altissima velocità (148.000 km/h nel caso delle Quadrantidi). Quando questi frammenti sono più grandi nel cielo osserviamo un “bolide”: una meteora particolarmente luminosa (può raggiungere o superare la luminosità della Luna Piena). Vedere un bolide è un’esperienza che lascia senza parole, e le Geminidi sono generalmente “generose”.

Quest'anno le Quadrantidi potranno contare su un cielo non disturbato dalla luce Lunare. Grazie a questa favorevole circostanza e alla loro forte attività , il massimo previsto è di circa 120 meteore/ora.

lunedì 26 dicembre 2011

Rientri atmosferici di vettori Soyuz, una serie di fallimenti preoccupanti

Nel pomeriggio della vigilia di Natale, e' stato avvistato tra le 16h15m e le 16h28m UT da migliaia di persone sui cieli dell'Europa centrale un oggetto molto brillante che si spostava lentamente simile a una meteora da ovest a est. Si trattava del rientro del terzo stadio del vettore  Soyuz r/b 11-078B/38037 , partito il 21 dicembre con destinazione la Stazione Spaziale Internazionale ISS, quindi l'ennesimo detrito spaziale fuori controllo. L' oggetto luminoso era stato osservato circa un'ora prima passare sui cieli della Nuova Zelanda, mostrando un rapido lampeggio e una magnitudine gia' negativa, segni della sua notevole instabilita'. Tutte le previsioni davano in quel momento il rientro verso Terra per certo nell'intervallo tra le 16h10m e le 17h10m UT. L'oggetto e' passato sul cielo della Francia settentrionale alle 16h20m-16h25m UT simile a un fuoco d'artificio e tutti l'hanno seguito nella sua corsa verso est-nord-est mentre lentamente si disintegrava.


Foto dall'astrofilo francese Eugène Depsontin durante il passaggio sulla Francia
Circa un minuto piu' tardi l'oggetto ha sorvolato la Germania centrale e da qui e' stato osservato per circa 25 secondi da migliaia di testimoni, che hanno riportato di aver visto una scia fumosa con centinaia di frammenti al seguito. La palla di fuoco è stato filmata e fotografata da diversi testimoni in tutta Europa. Anche migliaia di persone nel Nord Italia hanno segnalato  l’avvistamento di un’enorme palla di fuoco nel cielo. 


 Foto scattata durante il passaggio sul nord Italia da Roberto Brasolin a Piazzo,un quartiere storico di Biella

Appena un giorno prima (venerdì 23 dicembre), sempre in Russia, un incidente ha provocato la caduta di un altro rottame spaziale, qualche minuto dopo un fallito lancio di un satellite dal centro spaziale di Plesetsk.
Il satellite Meridian non è riuscito a raggiungere a causa di  un  guasto    nel   razzo Souyz-2.1B, sollevando nuove preoccupazioni sul programma spaziale russo, che ormai ha perso oltre una dozzina di satelliti nel corso dell’ultimo anno. Il frammento si è schiantato nella regione siberiana centrale di Novosibirsk, ed è stato ritrovato a circa 100 chilometri a sud del capoluogo. Ciò che è rimasto è una sfera di 50 cm di diametro che si è schiantata sul tetto di un’abitazione nel villaggio Vagaitsevo, nel quartiere Ordynsk, a quanto riferisce all’interfax un funzionario dei servizi di sicurezza locale. 

Non ci sono fortunatamente notizie di vittime, mentre i livelli di radiazioni sono entro i limiti stabiliti. Il proprietario della struttura colpita dal satellite, era in casa con sua moglie, e solo per una fortunata coincidenza non è accaduto il peggio. Egli afferma di aver udito una violenta esplosione appena l’oggetto spaziale ha bucato il suo tetto. “Mi sono arrampicato sul tetto e non potevo capire cosa fosse successo. Poi ho visto un enorme buco e l’oggetto di metallo“, ha detto alla televisione di stato russa. Il capo del distretto di Ordynsk, Pavel Ivarovksy, ha detto a Interfax che il danno è stato esaminato da specialisti e che il proprietario della struttura riceverà un indennizzo. Il fallimento del razzo Soyuz-2.1B che doveva consegnare il suo carico, è una preoccupazione particolare, in quanto proviene da un membro della stessa famiglia che la Russia utilizza per inviare equipaggi multinazionali per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Già nel mese di Agosto una sonda senza equipaggio, la Progress, si era schiantata in Siberia dopo aver fallito la missione con la ISS, costringendo la messa a terra temporanea dei razzi. La perdita del satellite Meridian termina un anno di fallimenti per l’agenzia spaziale russa, la quale ha già perso 5 satelliti, tra cui uno per le comunicazioni, e la sonda Phobos-Grunt che piomberà sulla Terra nel mese di Gennaio. 
                                                                                   
Di seguito alcuni filmati tra i piu' spettacolari relativi al rientro del 24 dicembre :







Di seguito il Servizio al TG2 della RAI sulla caduta del satellite Meridian, 
andato in onda il 26/12/2011 alle ore 13,00 : 



Fonti : Lista Meteore UAI - MeteoWeb

La cometa di Natale - foto e filmati eccezionali

La cometa C/2011 W3 Loveljoy è stata scoperta lo scorso 27 Novembre dall’astrofilo australiano Terry Lovejoy, dopo essere sopravvissuta all'incontro ravvicinato con il Sole a una distanza di 121 mila km, continua a stupire ed emozionare. La cometa a causa della sua orbita risulta ora ben visibile nei cieli del Sud del mondo.

Qui di seguito una serie di immagini riprese all’alba dei giorni scorsi, ed un filmato effettuato dal comandante della Stazione Spaziale ISS.

Foto scattata con una macchina reflex digitale Canon 20D, con una esposizione di 1 minuto

 
La cometa Lovejoy ripresa lo scorso 21 dicembre da Siding Spring (Australia). Rob McNaught

La cometa Lovejoy ripresa dall'Australia meridionale. Adelaide Now

La cometa Lovejoy poco dopo il suo sorgere, quasi insieme al Sole. Chiaramente visibili sono le due code, quella di ioni o gas, rettilinea, e quella di polveri, più appariscente e incurvata. Colin Legg



Nel seguente filmato, la cometa Lovejoy ripresa da Dan Burbank, comandante della Stazione Spaziale Internazionale, in orbita attorno alla Terra ad una quota di circa 400 km.




La cometa è visibile da tutto il Sud del mondo e quindi anche da uno dei migliori luoghi della terra da dove fare osservazioni, ovvero il deserto di Atacama in Cile.


In questo luogo così isolato è stato costruito il VLT (Very Large Telescope - [Telescopio Molto Grande]) , il telescopio più grande del mondo, composto da quattro grandi telescopi. Nela foto è presente la luna che sorge, la cometa lovejoy e il potente laser del telescopio che viene sparato verso il nucleo della nostra galassia. Il laser ha la funzione di "riscaldare" le molecole nell’atmosfera per calibrare lo specchio del telescopio. Il seguente video usando la tecnica del timelapse ci proietta idealmente li.

La sfera di metallo caduta in Namibia : un rottame spaziale

Svelato il mistero della sfera di metallo precipitata nel deserto della Namibia.
E' ormai accertato che si tratta di parte del terzo stadio del razzo vettore del Progress M-13M Soyuz-U, rientrato l'1 novembre alle 07:25 UT proprio sopra la Namibia.
Si tratta infatti di un serbatoio pressurizzato adibito all’alimentazione di propulsori per il controllo d’assetto di veicoli spaziali, come satelliti o veicoli destinati al rientro atmosferico. Gli elementi che lo rendono riconoscibile a chi è del settore, sono la classica saldatura delle due semisfere che lo compongono – dove trova sede il setto deformabile di separazione tra i due volumi interni di propellente (in genere idrazina o elio) e gas pressurizzante (solitamente azoto) – e le due estremità dove vengono fissati i condotti per il carico e lo scarico di propellente e pressurizzante. Pesi e dimensioni riportati (per quanto imprecisi) sono compatibili con questi componenti: 6 chilogrammi sono un peso ragionevole per taniche in lega di titanio dal volume compreso tra i 60 e i 100 litri (48÷59cm di diametro).

Non è tra l’altro l’unico caso che riguarda simili ritrovamenti. Negli anni diversi serbatoi sono stati recuperati in zone disabitate o desertiche e ciò non è un caso. La spiegazione è semplice e non c’è di che allarmarsi: non si tratta di avvenimenti incontrollati né frutto di leggerezze.

Quando un veicolo spaziale che orbita attorno alla Terra termina la sua vita operativa, se ne dispone il de-orbiting. Viene cioè speso il propellente residuo per “imboccare” una traiettoria di rientro atmosferico, fase nella quale la quasi totalità del veicolo viene disintegrata dall’attrito sviluppato dai gas atmosferici alle altissime velocità. È una fase necessaria, per evitare che veicoli privi di controllo rimangano in orbita mettendo a rischio gli altri satelliti presenti e futuri. Scegliere il momento esatto per effettuare la manovra di de-orbiting, anziché lasciarlo fare al caso (ciò che si trova a distanze inferiori ai 36000km dalla Terra prima o poi è destinato al rientro per effetto combinato di gravità e resistenza aerodinamica), significa anche scegliere una zona di possibile caduta dei detriti residui in zone disabitate, coperte dalle acque o desertiche.

Le strutture spaziali sono solitamente piuttosto esili, per esigenze di peso al “lancio” (la fase di ascesa che porta il veicolo al di fuori dell’atmosfera e dunque in orbita), ma vi sono alcuni componenti che necessitano di una robustezza particolarmente elevata per la funzione che ricoprono. Le taniche di propellente sono forse l’esempio più eclatante: dovendo resistere a pressioni nell’ordine delle decine di atmosfere, vengono realizzate in materiali robusti (leghe di titanio, di alluminio o acciai, talvolta fasciati in compositi di fibra di carbonio e/o kevlar) e con spessori consistenti.

I componenti più robusti possono sopravvivere al rientro in atmosfera, tra questi in particolare i serbatoi, come nel caso specifico della tanica recuperata – non a caso – nel deserto della Namibia.


Un serbatoio ritrovato in Brasile. A destra una serie di serbatoi del medesimo tipo (fonte: NASA)

sabato 24 dicembre 2011

venerdì 23 dicembre 2011

Mistero in Namibia. Una strana sfera di metallo piomba dal cielo.

Credit: AFP - Getty Images
 Una strana palla di metallo è caduta recentemente dal cielo ed ha impattato nella prateria più remota del Nord della Namibia. Ed è mistero. La sfera metallica di 35 cm di larghezza ha colpito la Terra a circa 750 chilometri a Nord di Windhoek, la capitale del paese africano. Il violento impatto ha causato un cratere di 33 cm di profondità e 3,8 metri di diametro. Lo ha riferito Agence France-Presse (AFP), nella giornata di ieri, 22 Dicembre. Il peso di questo oggetto spaziale è valutato in 6 chilogrammi. Ha una superficie ruvida e sembra consistere di due metà saldate insieme, e quindi si tratta di un oggetto “artificiale”. La sfera è stata scoperta e recuperata dalle autorità locali a metà del mese di Novembre, che hanno mantenuto il tutto in rigoroso segreto, annunciandone la scoperta solo dopo averla accuratamente analizzata. Le stesse autorità hanno determinato che non pone alcun pericolo per la popolazione. “Non si tratta di un ordigno esplosivo, ma di un oggetto praticamente vuoto, ma abbiamo dovuto indagare su tutto questo prima di divulgare la notizia”, ha detto il vice ispettore generale della polizia locale. Tuttavia, né l’ispettore, né i suoi colleghi sono a conoscenza di cosa possa essere l’oggetto o da dove possa provenire. Per aiutare a comprendere il mistero sono state prontamente informate l’agenzia spaziale americana (NASA), e l’agenzia spaziale europea (ESA). La cosa ancora più assurda è che gli abitanti del posto asseriscono di aver udito diverse piccole esplosioni pochi giorni prima che piombasse questo oggetto dal cielo. Le autorità locali asseriscono che sfere simili sono state ritrovate in Australia e in America centrale negli ultimi due decenni, senza mai capire di cosa possa trattarsi. Dopo il satellite in disuso Atmosphere Research Satellite (UARS) della NASA di 6,5 tonnellate finito nell’Oceano Pacifico, e il satellite Tedesco ROSAT precipitato nell’Oceano Indiano, ancora una volta bisogna commentare la caduta di un detrito spaziale, fortunatamente senza conseguenze. Non dimentichiamoci che a breve, probabilmente a Gennaio, precipiterà un’altra navicella spaziale colma di carburante, la Phobos-Grunt russa da 14,5 tonnellate, dopo il fallimento della missione verso il satellite di Marte. Adesso saranno le agenzie spaziali interessate ad occuparsi del mistero: riusciranno a svelarlo?

                                                              Fonte : Meteoweb (www.meteoweb.eu)

giovedì 22 dicembre 2011

Ancora Sprite catturati dallo Sky Sentinel la notte del 20.12.2011


Continua la cattura di Sprite da parte dello Sky Sentinel.

Sprite 20111220 - h. 03.56.45 (LT) - S.Nicola la Strada (Caserta) - Sud-Est.








 

mercoledì 21 dicembre 2011

La postazione SkySentinel cattura nuovo gigantesco Sprite !

Catturato un nuovo  gigantesco Sprite  dalla nostra Postazione S.Nicola la Strada (Caserta) all'alba del 19.12.2011, alle ore 06.37.21 (LT),  in direzione  Sud-Est.

Mentre stavamo analizzando i telerilevamenti della notte scorsa abbiamo avuto un sussulto di fronte all’ immagine che ci si è presentata sullo schermo : un enorme Sprite, un cluster di 2 Carrot,   che in proporzione, rispetto a quello ripreso il 6 novembre scorso, è almeno 10 volte piu’ grande. Siamo rimasti esterefatti dalla bella e nitidissima immagine di questo TLE.

La nostra postazione, presso la sede della Protezione Civile di via P. Harris , continua a regalarci sorprendenti immagini come questa.



(clikkare sull' immagine per ingrandire i dettagli)



La redazione di skysentinel.blogspot.com 

sabato 17 dicembre 2011

La sonda russa Phobos-Grunt cadrà sulla Terra a gennaio 2012

Purtroppo Non ci sono piu' speranze di recuperare la sonda russa Phobos-Grunt, lanciata l'8 novembre scorso (http://skysentinel.blogspot.com/2011/11/nuovo-allarme-rientro-atmosferico-la.html) dall'agenzia spaziale russa Roscosmos per esplorare una delle lune di Marte, Phobos. I dati piu' recenti indicano che la sonda e' destinata a cadere sulla Terra fra il 6 e il 19 gennaio prossimi.

Secondo la stessa agenzia spaziale russa, l'impatto di Phobos-Grunt con l'atmosfera terrestre dovrebbe avvenire su un'area molto vasta, tuttavia ''luogo e data precisa  - informa la Roscosmos - potranno essere determinati solo qualche giorno prima dell'impatto''.

Durante l'ingresso nell'atmosfera la sonda dovrebbe disintegrarsi e secondo le prime stime il peso complessivo dei frammenti che potrebbero raggiungere il suolo dovrebbe essere inferiore ai 200 chilogrammi.
  

Si spengono cosi' le speranze i poter recuperare questa missione interplanetaria, la prima di questo tipo tentata dalla Russia dopo il fallimento di un'altra missione diretta a Marte, la Mars-96.
                                                                                                                           Fonte : ANSA

Video TGR Leonardo


martedì 13 dicembre 2011

Meteore di dicembre - Picco delle Geminidi previsto dal 13 al 14 - Il Mistero della loro origine

Questo mese è tra i piu' favoriti per le osservazioni di stelle cadenti grazie al maggior numero di ore di oscurità anche se sarà parzialmente disturbato dalla presenza della Luna piena.

Ad inizio mese sono attivi alcuni interessanti sciami minori, per lo più nei dintorni delle costellazioni del Toro e di Orione. Le lentissime alfa Arietidi, legate alla cometa 1894 Denning, rivelatesi, soprattutto grazie alle osservazioni video, inaspettatamente attive. Le Chi Orionidi, una corrente eclitticale molto diffusa che pare continuare l’attività delle Tauridi di novembre. Come queste ultime sono formate in gran parte da particelle cometarie, ma anche da piccoli residui asteroidali, per cui può capitare che mostrino anche dei bolidi spettacolari. Le Monocerontidi, originate dalla cometa 1917 I Mellish, uno sciame di deboli meteore che sembrano provenire da un’area-radiante molto diffusa, probabilmente sdoppiata.

Nelle notti che precedono Natale saranno visibili anche le Ursidi, formate dai detriti della cometa Tuttle. Il picco di attività si avrà nella notte del 22 Dicembre, in un cielo questa volta non disturbato dalla Luna! Sono previste circa 20 meteore per ora e sembreranno provenire dalla costellazione dell’Orsa Minore, quindi osservabili guardando a Nord.
Per dettagli di altri sciami minori del periodo si rimanda al sito della sezione Meteore dello UAI : http://meteore.uai.it/dic2011.htm 
In assoluto lo sciame che la farà da padrone per intensità e frequenza è quello delle Geminidi il cui picco è atteso quest' anno nella notte tra il 13 ed il 14 dicembre, quando la Luna sarà presente da poco prima della mezzanotte in poi.  
Un bolide prodotto dallo sciame meteorico delle Geminidi. (AstroPics.com/TWAN)
Le Geminidi generalmente producono frequenze orarie abbastanza sostenute, e nei tre giorni intorno al massimo è possibile osservarne in un’ora più di una ventina.
Esse hanno un colore tendente al bianco e si muovono ad una velocità di cica 36 km/s. Durante il massimo in questi ultimi decenni sono sempre state in numero superiore al centinaio. Mostrano un gran numero di meteore luminose. Le vedremo anche crescere mediamente in luminosità con il passare dei giorni.
Un bolide ripreso da una postazione automatica durante le Geminidi del 2009
La costellazioni dei Gemelli la vedremo sorgere ad EST nella sera del 13 ed alzarsi nel cielo nel corso della notte.
  
Radiante Geminidi nella costellazione dei Gemelli

Il Mistero di "3200 Phaeton".

Molte delle piogge meteoriche provengono dalle comete, che lasciano notevoli quantità di meteoroidi che danno vita alle notti delle stelle cadenti. Le Geminidi sono diverse. Il corpo che le origina non è una cometa ma un oggetto roccioso chiamato 3200 Phaeton (1983 TB), che lascia talmente pochi detriti che quasi non basta a spiegare le Geminidi. Si tratta di un corpo di 5 chilometri di diametro, con orbita molto ellittica che porta ad un afelio di 400 milioni di chilometri e ad un perielio di 20 milioni di chilometri. Quindi, afelio tra Marte e Giove e perielio più vicino al Sole rispetto a Mercurio, con una eccentricità di 0,89 del tutto simile a quella delle comete.
3200 Phaeton è stato scoperto nel 1983 dal satellite IRAS della NASA ed è stato prontamente classificato come asteroide. Cosa altro potrebbe essere? Non ha una coda, la sua orbita interseca la Fascia Principale degli Asteroidi ed il suo colore somiglia a quello di tantissimi altri asteroidi. Infatti, 3200 Phaeton somiglia all'asteroide Pallas della fascia principale.
I ricercatori hanno studiato con molta attenzione l'orbita delle Geminidi, concludendo che si tratta di particelle espulse dal corpo mentre 3200 Phaeton era molto vicino al Sole, e non quando si trovava nella fascia degli asteroidi in rottura con Pallas. L'orbita eccentrica di 3200 Phaeton lo porta all'interno dell'orbita di Mercurio ogni 1,4 anni. Il corpo roccioso riceve quindi una regolare radiazione solare che potrebbe far bollire i getti di polvere nel flusso delle Geminidi.
D'altro lato, invece, la composizione di 3200 Phaeton sembra rispecchiare quella di Pallade mentre le particelle prodotte durante l'avvicinamento al Sole non producono più dello 0,01% delle meteoriti che ci raggiungono!  
Per testare l'ipotesi dell'avvicinamento al Sole, i ricercatori hanno utilizzato la coppia di satelliti STEREO della NASA, disegnata per studiare l'attività solare. I coronografi a bordo di STEREO possono rintracciare asteroidi e comete ed a giugno 2009 hanno scovato 3200 Phaeton a soli 15 diametri solari di distanza dalla superficie del Sole.
Quel che è successo ha sorpreso gli scienziati che hanno analizzato i dati. 3200 Phaeton ha aumentato la propria brillantezza di un fattore 2 e la spiegazione più plausibile è che esso abbia espulso getti di detriti, forse in risposta ad una ripartizione delle rocce superficiali ed alla loro reazione al riscaldamento solare molto intenso.
Si tratta di una ipotesi forte che prevede una cometa rocciosa, ma si apre un'altra questione, già accennata: l'ammontare di detriti espulsi durante l'incontro con il Sole del 2009 ha aggiunto soltanto lo 0,01% alla massa del flusso delle Geminidi, quasi insufficiente a mantenere il flusso nel tempo. Forse la cometa rocciosa era un tempo più attiva? .. rimane un mistero da approfondire.

                                                                                    Fonti :  - UAI-Commissione Divulgazione
                                                                                                  - SkyLive

venerdì 2 dicembre 2011

Expò Spazio a Napoli: Il grande evento del 2012

Inizia il conto alla rovescia in vista del Congresso Internazionale dell'Aerospazio.
E' stato infatti siglato oggi a Parigi, presso la sede dell'International Astronautical Federation (IAF), il contratto tra l'Agenzia Spaziale Italiana, rappresentata dal suo Presidente Enrico Saggese e lo IAF, organizzazione di riferimento per la comunità spaziale, rappresentata da Berndt Feuerbacher. Con la firma di oggi si dà ufficialmente il via alle attività organizzative per l'organizzazione dell'Expò dello Spazio 2012 in programma a Napoli dal primo al 5 ottobre del 2012.

"L'Expo dello Spazio del  2012 è la prova che a Napoli si possono raggiungere risultati eccezionali grazie alle sinergie che si sono realizzate tra pubblico e privato" - ha dichiarato Saggese - "Indispensabili si sono infatti rilevate il supporto alla proposta di candidatura del capoluogo campano, prima, ed ora il sostegno all'organizzazione  da parte di Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Napoli e Camera di Commercio".

Un'occasione importante dunque per la città, dal momento che si tratta del più grande evento del settore aerospaziale al mondo, che torna in Italia dopo 14 anni: l'ultima nostra città a ospitare il meeting fu Torino nel lontano 1997. La manifestazione prevede la partecipazione di circa 5mila delegati delle varie agenzie spaziali internazionali, studenti, docenti universitari, rappresentanti delle istituzioni e aziende del comparto High-Tech che si riuniranno nel capoluogo campano nell'autunno del prossimo anno. La presenza del Centro Aerospaziale (Cira) a pochi chilometri di distanza (Capua), il porto, il secondo al mondo dopo Hong Kong per traffico di passeggeri, l'Aeroporto Internazionale di Capodichino e un sistema di trasporti moderno ed efficiente che coniuga la metropolitana dell'arte con l'Alta
velocità: queste le carte vincenti giocate dall'amministrazione comunale che hanno permesso al capoluogo partenopeo di superare le concorrenti Vienna, Parigi, Lisbona e Bruxelles.

Le novità sul quale punta il Congresso napoletano, dedicato al professor Luigi Napolitano, sarà il coinvolgimento  degli studenti con una tariffa minima di partecipazione e  di tutta la cittadinanza con mostre tematiche e installazioni di satelliti, sonde e razzi spaziali nelle principali aree del centro storico e in quella industriale di Napoli Est. Con la partecipazione di Roberto Vittori, noto astronauta italiano all'iniziativa Futuro Remoto organizzata da Città della Scienza, importante centro d'iniziative scientifiche di Napoli, si è avviata la fase di promozione di Expo 2012 in città.

Intanto, già stamattina, nel  rispetto dei tempi previsti, si è chiuso il bando di pre-qualificazione per la scelta della società organizzatrice a cui seguirà, entro metà gennaio 2012, il bando di gara per la relativa assegnazione.

http://www.asi.it/it/news/exp_dello_spazio_2012_ai_blocchi_di_partenza_0

martedì 29 novembre 2011

Nuovo Allarme Rientro atmosferico ! La sonda spaziale russa Phobos-Grunt potrebbe precipitare sulla Terra


Dopo i recenti rientri atmosferici dei satelliti UARS e ROSAT che hanno destato allarme e preoccupazione, ritorna lo spettro di un altra possibile caduta, quella della sonda spaziale russa Phobos-Grunt.

Phobos-Grunt è una missione interplanetaria che prevedeva l'atterraggio di un lander sulla superficie della luna di Marte Fobos, la raccolta di un campione del suolo di circa 200 g ed il suo trasporto sulla Terra. La missione doveva inoltre liberare in orbita marziana un satellite cinese con lo scopo di condurre osservazioni dettagliate di Marte e dell'ambiente circum-marziano dall'orbita.


Lancio - Phobos-Grunt è stata lanciata nello spazio dal cosmodromo di Baikonur nel Kazakistan il 9 novembre 2011 . Si è correttamente separata dal vettore Zenit, ma i suoi bruciatori non si sono accesi, ponendola quindi su un'orbita sbagliata. Data da giorni per persa, la stazione spaziale russa destinata allo studio di Marte ha “poi battuto un colpo”.

Contatto - Il 23 novembre  scorso l’antenna europea dell’Esa a Perth in Australia, sembrava aver compiuto il miracolo raccogliendo dei segnali, dati telemetrici che avevano fatto ben sperare nella possibilità di recuperare la missione. Innanzitutto la comunicazione avrebbe permesso di capire che cosa fosse successo a bordo stabilendo se il guaio era nel software o nell’hardware. Nel secondo caso, ovviamente, non ci sarebbe speranza. Dopo , però, il silenzio era tornato. I dati ricevuti a Perth venivano inviati subito al centro di controllo di Mosca e agli ingegneri della Lavochkin costruttori della sonda. E qui gli esperti si trovavano davanti a un’amara sorpresa: il contenuto era danneggiato e finora illeggibile. Secondo i tecnici questo era la conseguenza dell’incompatibilità tra i sistemi dell’Esa e quello russo per cui nel travaso si era verificato il danno.

Speranza di recupero - Intanto i tentativi per stabilire contatti con Phobos-Grunt in Russia e con l’antenna dell’Esa proseguono. C’è tempo ancora una settimana e poi se la sonda non accende i propulsori e vola verso Marte si chiude la finestra di partenza, cioè il periodo favorevole per incontrare il vicino pianeta secondo le leggi della meccanica celeste. Allora sarà necessario aspettare due anni perché si ripresentino le stesse condizioni. E se i contatti restano impossibili la sonda è destinata a cadere sulla Terra. Se fortunosamente i contatti si ristabilissero e il guaio fosse di natura software, allora si potrebbe alzare l’orbita della sonda e rimediare ai problemi con calma. E fra due anni inviarla finalmente sulla luna Phobos. Ma questa possibilità oggi sembra fantascienza e nella disperazione per una grande missione morta sul nascere possono nascere anche le teorie dei complotti internazionali.

Possibile Caduta - Le osservazioni hanno mostrato che la sonda era in una posizione controllata in orbita attorno alla Terra, in una fascia compresa fra 200 chilometri e 340 chilometri di altitudine. La possibilità che pezzi della sonda precipitino preoccupa, e non poco. La stazione pesa 13 tonnellate e mezza e ha un carico di sette tonnellate di combustibile.In caso di fallimento, secondo l’agenzia russa alcuni pezzi della sonda marziana potrebbero entrare nell’orbita terrestre tra gennaio e febbraio del 2012. "La situazione aggiornata a oggi - ha detto Alexei Zolutukhin, portavoce delle Forze spaziali del ministero della Difesa - indica che alcune parti della stazione interplanetaria Phobos-Grunt dovrebbero cadere in quel periodo. La data definitiva in cui i frammenti potrebbero precipitare dipende da fattori esterni".
                                          
Notizia al TGR Leonardo (Fonte Youtube)

domenica 20 novembre 2011

L’asteroide Lutetia fratello della Terra ?

L’asteroide  Lutetia fu scoperto il 15 novembre 1852 da Hermann Goldschmidt dal suo appartamento a Parigi, sopra il Café Procope; il nome Lutetia deriva infatti da quello latino della capitale francese e venne scelto da François Arago, direttore dell’osservatorio della città. Lutetia è il primo asteroide ad essere stato individuato da un astronomo dilettante.
Adesso, i risultati delle analisi dei dati ottenuti dalla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Rosetta dell’ESA – riportati in tre articoli pubblicati sulla rivista Science - forniscono un quadro dettagliato di questo asteroide che per la sua struttura appare essere più un planetesimo, ossia il precursore pianeta. Di fatto Lutetia sembra essere un “sopravvissuto” delle prime fasi evolutive del Sistema Solare, quando iniziarono ad aggregarsi i pianeti maggiori, sulle quali può quindi fornirci importanti informazioni.
 Il passaggio ravvicinato di Rosetta a Lutetia avvenne il 10 luglio 2010 ad una distanza di soli 3.170 km, nel corso del suo viaggio verso la cometa Churyumov-Gerasimenko, che incontrerà fra circa 3 anni.


Immagine globale di  Lutetia, ripresa dalla sonda Rosetta al momento del suo massimo avvicinamento all’asteroide. ESA/Rosetta


I dati ottenuti durante il fly-by hanno permesso di stabilirne con precisione le dimensioni (121×101 x75 km), ma anche di studiarne la struttura geologica.

I dati raccolti dallo strumento OSIRIS (Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System) indicano che alcune regioni della sua superficie sono databili a circa 3,6 miliardi di anni, mentre altre zone sembrano invece avere solo 50-80 milioni di anni.

Guarda la puntata di Pulsar Magazine (a cura di Agenzia Spaziale Italiana TV)



E’ simile ai mattoni da cui sono nati Terra, Venere e Mercurio.
L'asteroide Lutetia è un raro sopravvissuto dei materiali da cui si sono formati la Terra, Venere e Mercurio. Lo dimostra uno studio coordinato dal planetologo Pierre Vernazza del Laboratorio di Astrofisica di Marsiglia e dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) secondo cui lo studio di questo asteroide potrebbe aiutare a studiare nel dettaglio l'origine della Terra.
Secondo i ricercatori Lutetia è un frammento del materiale da cui si sono formati i pianeti rocciosi come il nostro perché le proprietà dell'asteroide corrispondono strettamente a quelle di un raro tipo di meteoriti trovati sulla Terra, le condriti-enstatiti, autentici fossili formatisi agli inizi del Sistema Solare vicino al giovane Sole. Questi meteoriti, secondo gli esperti, sarebbero i 'mattoni' da cui si sono formati i pianeti rocciosi del sistema solare, in particolare la Terra, Venere e Mercurio.
Scoprirlo è stato possibile combinando le informazioni catturate dalla sonda europea Rosetta con i dati forniti dal New Technology Telescope dell'Eso a La Silla in Cile, dal telescopio 'Infrared Telescope Facility della Nasa nelle Hawaii e dal telescopio spaziale americano Spitzer. Le proprietà di Lutetia, studiate con questi strumenti, sono state poi confrontate con le proprietà delle condriti- enstatiti e sono risultate sorprendentemente simili. Anche Lutetia come questi meteoriti, secondo i ricercatori, sarebbe nato vicino al Sole e solo in un secondo momento si sarebbe spostato nella sua posizione attuale, nella fascia principale degli asteroidi, compresa fra Marte e Giove.

Studi precedenti sul suo colore e sulle sue proprietà di superficie hanno mostrato che Lutetia è un membro molto insolito e un po' misterioso della fascia principale degli asteroidi. ''Lutetia – ha aggiunto Vernazza - sembra essere uno dei pochissimi resti del materiale da cui si sono formati i pianeti che si trova nella fascia principale degli asteroidi. Per questo motivo, gli asteroidi come Lutetia costituiscono un obiettivo ideale per le future missioni di andata e ritorno per raccogliere campioni da studiare sulla Terra''.





mercoledì 9 novembre 2011

SPRITEs ripresi per la prima volta dalla nostra postazione automatica!

Per la prima volta ripreso  anche in Campania il fenomeno degli Sprite dalla nuova postazione di telerilevamento installata presso la sede della Protezione Civile di San Nicola La Strada in provincia di Caserta. Gli Sprite sono stati ripresi in concomitanza di un temporale la sera del 06.11.2011 alle ore 22:32':19''.

Sprite 6.11.2011

  
 Ingrandimento
  

Gli SPRITE (letteralmente “spiritelli”, ma anche  acronimo delle parole Stratospheric/Mesospheric Perturbations Resulting [from] Intense Thunderstorm Electrification) sono fenomeni luminosi , prodotti dell’elettricità generata nell’atmosfera dall’attività temporalesca.  
Essi si manifestano a una quota intorno agli 80 chilometri sviluppandosi in due direzioni, prima in basso e poi verso l'alto. Ciò succede quando un fulmine strappa cariche elettriche da una vicina nube generando le condizioni ideali per la formazione luminosa: il tutto dura in media venti millesecondi». Gli Sprite  appartengono ad una piu' larga famiglia denominata TLE (Transient Luminous Effect) che include altri fenomeni anch' essi poco conosciuti come i Blue Starters, gli ELVES (acronimo di Emissions of Light and Very Low Frequency Perturbations from Electromagnetic Pulse Sources), gli Sprite Haloes, i TROLL (acronimo di Transient Red Optical Luminous Lineament) , gli Gnomes, i Pixies, i Blue Jets giganti, i TIGER (acronimo di Transient Ionospheric Glow Emission in Red), gli Sprite Thunder ed i TLE “accoppiati” (fonte I.M.T.N.).

Di questi fenomeni si parla da almeno un secolo ma soltanto dal 1989 esiste la prova. In quell'anno, infatti, gli astronauti di una missione Shuttle della Nasa li fotografarono più volte e da allora sono nati numerosi gruppi di studio e di osservazione. 


In Italia  dal 2009 esiste una rete di sorveglianza Nazionale alla quale questa postazione ha aderito : L' I.M.T.N. (ITALIAN METEOR and TLE NETWORK) si occupa del monitoraggio e dello studio dei fenomeni dell'alta atmosfera, in genere localizzati tra i 20 e i 120 km di quota, rispetto alla superficie terrestre. La rete, il cui sito è all' indirizzo http://www.imtn.it/,  è formata da stazioni permanenti (e mobili), VIDEO e RADIO, attive 24/24h ogni giorno, per tutto l'anno, ed è gestita da studiosi del settore, ricercatori universitari, semplici appassionati, da Associazioni private e scientifiche ed Enti di ricerca Nazionali e Internazionali. I fenomeni che maggiormente coinvolgono l'attività del network sono le meteore e relativi sciami, i bolidi e superbolidi, e i TLE (Transient Luminous Events).


Altri siti italiani che si interessano  agli stessi argomenti sono  :

Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen - Smart Optical Sensors Observatory 

Sezione meteore dell'Unione Astrofili Italiani (UAI).



Transito Asteroide YU55 - Foto e Video NASA

Come previsto l'asteroide 2005 Yu55 dal diametro di circa 400 metri è passato nella notte vicino al nostro pianeta fino ad arrivare alla breve distanza di 324000 chilometri. L'asteroide è di forma sferica, scuro e con un periodo di rotazione di circa 20 ore, poco meno della Terra, dunque. Un evento del genere non si verificava dal 1976 e bisognerà attendere il 2028 perché si ripeta, in quella data infatti l'asteroide 2001 WN5 passerà a soli 230mila km di distanza.
Totalmente innocuo per la Terra, il passaggio dell'asteroide ha rappresentato un'opportunità unica per gli scienziati che per la prima volta hanno potuto studiare un oggetto celeste di questo tipo direttamente dal nostro pianeta. La Nasa, infatti, ha potuto catturate dalle antenne dell’osservatorio Deep Space Network di Goldstone, in California alcune immagini dello 2005 Yu55, che rappresentano le foto con la piu’ alta risoluzione di uno dei cosiddetti Neo (Near Earth Object) mai ottenute fino ad ora : "Le immagini rivelano sulla superficie di questo corpo celeste strutture interessanti e che ancora non comprendiamo. Finora abbiamo visto solo meno della metà della superficie dell’asteroide, ci aspettiamo sorprese ancora maggiori’’, ha detto Lance Benner, del Jet Propulsion Laboratory della NASA. E lo spettacolo continuerà ancora fino almeno a venerdì, quando YU55 si allontanerà verso lo spazio profondo e non sarà più visibile dai telescopi.

Video NASA





Servizio a TG5


martedì 8 novembre 2011

Aggiornamenti sull' Asteroide 2005 YU55

Stanotte,  l'asteroide "2005 YU55", grande come una portaerei, sarà il più vicino a incrociare l'orbita terrestre dal 1976 a oggi: secondo la Nasa passerà a 324.600 chilometri dal nostro pianeta, una distanza inferiore a quella che separa la Terra dalla Luna.
Il perigeo è previsto alle 00.28 di stanotte (già 9 novembre) e per osservarlo basterà un telescopio ottico con un obbiettivo di 15 centimetri.
L'asteroide - grosso modo sferico con un diametro di circa 400 metri - non avrà nessun effetto gravitazionale rilevabile sul nostro pianeta.



Servizio da TG COM




Servizio da Repubblica Video

lunedì 7 novembre 2011

Asteroide 2005 YU 55 in rotta di avvicinamento alla Terra

Atteso per domani sera 8 novembre, attorno alle 23,20  il passaggio ravvicinato dell' asteroide che passerà vicino alla Terra a una distanza di circa 320.000 Km. Meno della distanza che intercorre tra la Luna e il nostro pianeta che al perigeo, punto più vicino sull’orbita lunare, misura poco più di 363.000 Km. L’asteroide 2005 YU 55 ha un diametro di 400 metri ed è il corpo celeste più grande a passare così vicino alla Terra da dal 1976.
Non c’è alcun pericolo di impatto con la Terra, o con la Luna, ma è una rara occasione che si presenta agli studiosi per poter osservare così da vicino un asteroide senza dover ricorrere a costosissime missioni spaziali. Verrà analizzato con telescopi ottici, arrivando ad osservare i dettagli da una disnza di 4,5 metri, immagini radar e attraverso studi chimici della sua luce. Dal momento che sta arrivando dalla direzione del Sole, sarà impossibile osservare questo asteroide fino a quando non transiterà vicino alla Terra. Sarà visibile in tutto l’emisfero nord del pianeta ma non ad occhio nudo. Per poter scorgere 2005 YU 55 c’è bisogno comunque di un telescopio di media potenza. Gli scienziati hanno invitato tutti gli astrofili o astronomi dilettanti a contribuire nell’osservazione di quest’oggetto.
Studi precedenti hanno dimostrato che l’asteroide 2005 YU 55, più nero del carbone, appartiene alla categoria C ed è probabilmente costituito da materiali a base di carbonio e di alcuni silicati.
Questi tipi di asteroidi sono tra i più antichi del sistema solare essendosi formati dal disco di polveri e gas che circondava il Sole 4,5 miliardi di anni fa. 2005 YU 55 potrebbe anche essere uno degli asteroidi che orbitano tra Marte e Giove e che la forza di gravita o collisioni interne gli hanno dato un nuovo corso orbitale.
L’asteroide 2005 YU 55 passerà vicino a Venere nel 2029 e tornerà a transitare vicino alla Terra nel 2041 mentre si avvicinerà a Marte nel 2072.

Di seguito un servizio di TG Leonardo.


2005 YU55: asteroide in avvicinamento



yu55_8novembre
Il prossimo martedì, l'8 novembre, la Terra sarà "sfiorata" da un asteroide, che passerà dalle nostre parti ad ad una distanza di soli 300.000 chilometri. Si tratta di 2005 YU55, di cui avevamo già parlato in passato. Il suo passaggio dunque era già previsto, e secondo gli esperti non corriamo grossi rischi.
Con il suo diametro di circa 400 metri, l'asteroide ci passerà vicino ad una velocità relativa rispetto alla Terra di circa 14 chilometri al secondo, come ha spiegato Giovanni Valsecchi, esperto di asteroidi dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica cosmica dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Roma.
Pericolo per noi? No, secondo gli esperti della Nasa, anche se sono stati calcolati i possibili "danni" legati all'impatto con l'asteroide. Secondo gli astronomi americani, se 2005 YU55 finisse sulla Terra vi sarebbe un’esplosione pari a 4.000 megatoni, ossia 4 miliardi di tonnellate di tritolo. L'impatto provocherebbe un terremoto di magnitudo 7.0 e se ciò avvenisse in pieno Oceano, provocherebbe onde di tsunami alte 100 chilometri.

Si tratta del passaggio di un corpo celeste più vicino a noi degli ultimi 200 anni, anche se nel 1976 una roccia cosmica si avvicinò pericolosamente al nostro pianeta. La prossima sarà invece nel 2028. Tuttavia, l'asteroide nel suo massimo avvicinamento sarà a circa 321mila Km dalla Terra.
Durante il monitoraggio, gli scienziati useranno le antenne di Goldstone e Arecibo per far rimbalzare le onde radio sulla roccia spaziale. Gli scienziati della Nasa sperano di ottenere immagini dell'asteroide in modo da avere maggiori informazioni riguardo alle sue caratteristiche, alla sua forma, alle dimensioni e ad altre proprietà fisiche.
"L'oggetto non sarà visibile a occhio nudo: potrà essere seguito grazie all'ausilio di radar, come lo statunitense Arecibo – ha spiegato Valsecchi - ed è probabile che verso la mezzanotte possa essere osservato anche dagli astrofili grazie all'ausilio di un telescopio professionale''.
Ma l'asteroide è recidivio: ''Non è la prima volta che 2005 YU55 passa vicino alla Terra – ha spiegato l'esperto dell'Inaf -. L'ultimo incontro risale infatti all'aprile 2010, ma non è mai accaduto prima che si avvicinasse a tal punto''.
Possiamo stare tranquilli allora, visto che dalle misurazioni effettuate risulta che le probabilità che 2005 Yu55 possa entrare in collisione con la Terra sono praticamente pari a zero, e così sarà almeno fino al 2200. Ma a quel punto, noi saremo sicuramente passati a miglior vita.


fonteYoutube



Articolo liberamente tratto da NEXTME

mercoledì 2 novembre 2011

Meteore e Bolidi di Ottobre 2011


FOTO METEORE E BOLIDI OTTOBRE 2011
ripresi dalla Postazione SKY SENTINEL di SAN NICOLA LA STRADA (CE) 
c/o Protezione Civile via P.Harris (Area St.Gobain)

Tempo in LT (Local Time) - Camera orientata a Sud Est - Totale 2 Telerilevamenti









domenica 30 ottobre 2011

Meteore osservabili tra ottobre e novembre

Il mese di ottobre è stato abbastanza ricco di meteore iniziando con lo sciame delle Draconidi nella prima metà del mese con il picco massimo nella sera del 8 ottobre. Come tutti gli sciami anche questo prende il nome dalla costellazione in cui è presente il radiante (punto del cielo da cui sembrano provenire le meteore di uno sciame), la costellazione del Drago. Questo sciame, originato dai residui della cometa Giacobini-Zinner in quest'anno ha mostrato un picco abbastanza alto che è arrivato fino a 350 meteore all'  ora.
                                                                                              

  
Radiante
  
Radiante Draconidi




Già dalla seconda metà del mese sono apparse le Orionidi, altro sciame importante di meteore di questo mese originato dalal cometa di Halley. Questo sciame ha avuto il suo picco tra il 21 ed il 23 ottobre ma è ancora attivo e le stelle cadenti di questo sciame saranno ancora visibili fino al 7 novembre.  Il radiante, è osservabile dalla mezzanotte circa, guardando verso Sud-Est in direzione della costellazione di Orione.

 
Radiante Orionidi

Altri sciami minori di fine ottobre sono le Delta Aurigidi (costellazione Auriga), le Epsilon Geminidi (costellazione dei Gemelli) e le Leonidi Minoridi (costellazione del Leone).

Passando al mese di novembre, ormai alle porte, lo sciame atteso più importante è quello delle Leonidi (visibile a Est), dall' omonima costellazione del Leone, originate dalla cometa Tempel Tuttle. Il radiante delle Leonidi sarà osservabile dal 5 al 30 novembre dalle 23,00 fino all'alba, allorché sarà alla maggiore altezza a oltre 65° sull'orizzonte. Eccezionalmente attive in questi ultimi anni, in relazione al transito al perielio della cometa. La notte di maggiore attività sarà quella del 18/19 novembre anche se le condizioni saranno sfavorevoli a causa della Luna alta sull' orizzonte che disturberà con la sua luminosità.  

Costellazione del Leone


Un ulteriore sciame significativo del mese di novembre è quello delle Tauridi (costellazione Toro), originate dalla cometa Encke e da detriti asteroidali. Visibile in direzione Est, esso si divide in due sciami : le Tauridi Sud che hanno la maggiore attività nella notte tra il 3 e il 4 novembre e le Tauridi Nord particolarmente attive dal 5 al 20 di novembre con il picco maggiore nella notte del 12/13 novembre.

Altri sciami  minori di novembre sono le Alfa Monocerontidi. le Andromedidi e le Bielidi, queste ultime originate dalla cometa Biela. 




Informazioni tratte dal sito dell' Unione Astrofili Italiani (UAI)