Con "evento di Tunguska" si indicano le conseguenze verificatesi, in una località della Siberia, la mattina del 30 giugno 1908, a seguito dell'impatto di un grande meteoroide, o cometa. L'esplosione, avvenuta a un'altitudine di 5–10 chilometri dalla superficie terrestre, abbatté decine di milioni di alberi e venne percepita anche a mille chilometri di distanza. È il maggiore evento esplosivo naturale registrato nella storia recente in prossimità della Terra. La località prende il nome dal fiume Tunguska Pietrosa (in russo: Podkamennaja Tunguska), che scorre nella parte settentrionale del Territorio di Krasnojarsk, nella Siberia centrale.
Prima degli eventi del 15 febbraio 2013, causati da una esplosione di una meteora nei cieli della Russia, sulla regione di Chelyabinsk, l'evento era classificato come il più significativo impatto con danni a cose e persone.
L'esplosione fu mille volte più potente della bomba sganciata su Hiroshima, scatendando un sisma del quitno grado della scala Richter e abbattendo circa 80 milioni di alberi su una superficie di 2 mila chilometri quadrati. Il territorio dove si verificò la catastrofe era così isolato che gli storici hanno registrato un solo morto e un numero sparuto di testimonianze oculari. Ma l'aspetto più misterioso dell'Evento di Tunguska è il fatto che l'esplosione non ha lasciato traccia di cratere, spingendo gli scienziati a speculare sulla possibile causa che ha scatenato la potente deflagrazione.
La teoria generalmente accettata dagli studiosi è che l'esplosione sia stato il risultato di un impatto di un meteorite o di una cometa con l'atmosfera terrestre che, disintegrandosi ad alta quota, non ha lasciato traccia di cratere sulla superficie del pianeta. E' chiaro che un evento del genere avrebbe certamente inondato la regione di una miriade di frammenti del corpo celeste, ma fino ad oggi, nessuna prova convincente è mai stata prodotta.
Solo la spedizione del 1930 guidata dal geologo russo Leonid Kulik tornò con un campione di roccia vetrosa fusa contenente delle bolle d'aria. Kulik considerò il ritrovamento come la prova evidente di un impatto. Stranamente, nel corso del XX secolo, forse a causa del disordine generato dalle due grandi guerre mondiali, il campione di Kulik andò perduto, impedendo così ulteriori indagini con gli strumenti della scienza moderna. Tuttavia, qualcosa di nuovo potrebbe arrivare dalla scoperta di alcuni frammenti di roccia da parte di Andrei Zlobin, un ricercatore dell'Accademia Russa delle Scienze, secondo il quale potrebbero essere tracce evidenti di un impatto meteoritico.
In base al report pubblicato sul sito earthsky.org, il 2 maggio 2013, gli scienziati hanno annunciato l'esistenza di possibili frammenti del meteorite dell'evento Tunguska, ritrovati 25 anni fa.
In un comunicato stampa il MIT Technology Review, che ha basato il suo lavoro sugli studi di Andrei Zlobin dell'Accademia Russa delle Scienze, dichiara di essere in possesso di tre rocce della regione Tunguska, con chiara caratteristiche di meteorite. Se così fosse, uno dei più grandi misteri astronomici che ritroviamo sui libri da oltre cento anni potrebbe essere risolto.
Zlobin, come Kulik, guidò una spedizione a Tunguska nel 1988 e in quell'occasione trovò i frammenti, nell'alveo del fiume Khushmo in Siberia, insieme a circa altre 100 rocce interessanti. Zlobin tornò a Mosca, dove per motivi inspiegabili, aspettò 20 anni per esaminarli. Nel 2008 decise di procedere, trovando nel bottino della spedizione tre frammenti con caratteristiche di meteorite.
A quanto pare un'analisi chimica ed isotopica dettagliata non è ancora stata portata a termine ma Zlobin e colleghi sono abbastanza convinti che di tratti di frammenti del meteorite Tunguska, pubblicando il loro lavoro: "Read Zlobin’s paper: Discovery of Probably Tunguska Meteorites at the Bottom of Khushmo River’s Shoal".
Rimane l'interrogativo inevaso sul perchè Zoblin abbia aspettato così tanto tempo per analizzare i suoi campioni. Non è difficile sospettare che la causa sia stata determinata dai repentini sconvolgimenti politici che hanno interessato l'Unione Sovietica all'inizio degli anni '90. Tuttavia, molti aspettano ancora una spiegazione più precisa sulla questione.
In base al report pubblicato sul sito earthsky.org, il 2 maggio 2013, gli scienziati hanno annunciato l'esistenza di possibili frammenti del meteorite dell'evento Tunguska, ritrovati 25 anni fa.
In un comunicato stampa il MIT Technology Review, che ha basato il suo lavoro sugli studi di Andrei Zlobin dell'Accademia Russa delle Scienze, dichiara di essere in possesso di tre rocce della regione Tunguska, con chiara caratteristiche di meteorite. Se così fosse, uno dei più grandi misteri astronomici che ritroviamo sui libri da oltre cento anni potrebbe essere risolto.
Zlobin, come Kulik, guidò una spedizione a Tunguska nel 1988 e in quell'occasione trovò i frammenti, nell'alveo del fiume Khushmo in Siberia, insieme a circa altre 100 rocce interessanti. Zlobin tornò a Mosca, dove per motivi inspiegabili, aspettò 20 anni per esaminarli. Nel 2008 decise di procedere, trovando nel bottino della spedizione tre frammenti con caratteristiche di meteorite.
A quanto pare un'analisi chimica ed isotopica dettagliata non è ancora stata portata a termine ma Zlobin e colleghi sono abbastanza convinti che di tratti di frammenti del meteorite Tunguska, pubblicando il loro lavoro: "Read Zlobin’s paper: Discovery of Probably Tunguska Meteorites at the Bottom of Khushmo River’s Shoal".
Rimane l'interrogativo inevaso sul perchè Zoblin abbia aspettato così tanto tempo per analizzare i suoi campioni. Non è difficile sospettare che la causa sia stata determinata dai repentini sconvolgimenti politici che hanno interessato l'Unione Sovietica all'inizio degli anni '90. Tuttavia, molti aspettano ancora una spiegazione più precisa sulla questione.
Diverso il parere di Romano Serra , componente della spedizione italiana Tunguska99 assieme a un gruppo di ricercatori del CNR di Bologna, in quanto avendo raccolto diverso materiale sul luogo (in particolare sul torrente Khushmo) non ha riscontrato tracce di materiale extraterrestre ma solo materiale di origine vulcanica.
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